Congresso ANT BOLOGNA 9 novembre
Pubblicata: 20-11-2018
LA DONNA CON TUMORE DELLA MAMMELLA METASTATICO: organizzazione di un ambulatorio multidisciplinare
Il 9 novembre si è svolto presso la sede Ant a Bologna il congresso dal titolo " La donna con tumore della mammella metastatico: organizzazione di un ambulatorio multidisciplinare " organizzato dalla fondazione ANT E DA KOMEN Italia.
E' stata una giornata intensa, ricca di spunti e di riflessioni sia per quanto concerne l'aspetto strettamente scientifico, sia per la componente umana che, a mio avviso, è stata di fondamentale importanza . Lo stesso Giuliano Barigazzi , assessore a sanità e welfare, ha voluto fare leva sul l'importanza di fare rete tra territorio e ospedale e tra ospedali, a quanto sia necessario offrire un modello per far crescere il valore della RELAZIONE con le persone, rimanendo strategico il valore della PAROLA. Il dott. Gianbattista Spagnoli, direttore sanitario del policlinico Sant'Orsola-Malpighi ha affermato che con la collaborazione di diversi specialisti e l'integrazione di varie figure professionali si possono trasformare episodi di malattia che si protraggono nel tempo dando un buon servizio . Quindi la parola chiave è collaborare.
La prima parte del congresso riguardava l'aspetto della terapia medica e dei trattamenti integrati. A tal proposito, Ci sono segnali di miglioramento rispetto al passato sebbene il tumore della mammella non sia guaribile bensì soltanto curabile - come ha affermato il prof. Taffutelli dell'Universita degli studi di Bologna - e in moltissimi casi si possa cronicizzare. La qualità della vita negli ultimi anni è migliorata grazie alle nuove terapie . Come ha affermato il dott. Zamagni del policlinico Universitario Sant' Orsola Malpighi , Nel tumore della mammella guariscono 3 donne su 4 ; nel 2000 la sopravvivenza media era di 5anni. La novità è che oggi abbiamo , rispetto al passato , molte più opzioni terapeutiche e la possibilità di dare farmaci che non appartengono alla categoria della chemioterapia dunque che impattano in maniera migliore sulla vita del paziente allungandogli la sopravvivenza media .
Diretto chiaro e conciso l'intervento della dott. Ssa Serra Carla (policlinico universitario Sant'Orsola Malpighi )che ha spiegato la termoablazione delle metastasi epatiche. Ad oggi I trattamenti locali , come la termoablazione , mancano di studi e devono essere proposti solo in casi selezionati. Il vantaggio è che non danneggiano i tessuti circostanti e possono agire in sinergia sia con la chemioterapia sia con la chirurgia.
Molto interessante l'intervento del dott . Baldini dell'istituto ortopedico Rizzoli , che ha parlato di nuove prospettive di trattamento nella ricerca . È stato fatto uno studio,In collaborazione con l'Irst di Meldola , che ha dato importanti risultati per quanto concerne l'aspetto del dolore così detto Back through pain ossia quello che non si risolve con i farmaci convenzionali : sono stati identificati dei marcatori che rilevano questo tipo di dolore e si può anche capire quali siano i meccanismi che lo determinano.
Nella seconda parte del congresso , che riguardava La presa in carico della paziente in fase avanzata, Mi ha particolarmente colpito l'empatia della dottoressa Valenti Danila dell'Azienda USL Bologna , la quale ha fatto considerazioni importanti sul lavoro del palliativista sottolineando sempre di più il forte interesse sulla qualità di vita del paziente ponendo l'accento sul ruolo della comunicazione. Bisogna fare domande ESPLORATIVE al paziente, come ci insegnava Socrate, in maniera delicata nel rispetto assoluto della persona. Il lavoro del palliativista è al 50% comunicazione.
Concludendo , la dott. Ssa Franceschini Catia della Fondazione Hospice Seragnoli- Bentivoglio- Bo ha affermato che continuità delle cure e integrazione sono 2 aspetti legati tra di loro; infatti Condividere con gli altri professionisti problemi e obbiettivi senza lavorare in autonomia è di fondamentale importanza per la presa in carico del paziente.
Chiara Milanesi