Il nostro sostegno
Tempo fa mi qualcuno mi ha rivolto queste domande: qual è stata la figura professionale fondamentale nel tuo percorso di cura? C'è qualcuno che ha fatto davvero la differenza o di cui hai sentito la mancanza? Rispondo pubblicamente su questo blog con una riflessione: io metterei una di noi pazienti navigate, o una ex paziente, al fianco dei medici, come fosse un mediatore culturale, che possa fare da interprete ad entrambi. Sia dando forma e realtà alle terapie, cioè spiegando alle neo pazienti di fatto cosa sono e in cosa consistono e testimoniando che possono essere superate (eliminando così anche un inutile fardello di paure preconfezionate). Sia facendo capire ai medici che un loro sguardo, un loro movimento del volto, un loro gesto – o, peggio, una loro parola - può uccidere le nostre speranze e condannarci ad una pessima qualità di vita nell’immediato.
Nella mia piccola esperienza, credo che servano ai medici tanto quanto servono a noi. Se non di più. Del resto stare di fronte al dolore ogni giorno in mille modi diversi o ti uccide dentro o ti anestetizza. E non so cosa sia peggio per chi deve “prendersi cura di noi”. Mimma Panaccione
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